Ue – Orban 3:1

Il Parlamento europeo ha approvato l’apertura della procedura di infrazione per l’Ungheria per il mancato rispetto dei diritti fondamentali..

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Il segno di quanto gli europei siano lontani dalle loro istituzioni è ieri a Budapest dove quasi nessuno si è accorto della votazione storica con cui è stata aperta la procedura di infrazione contro l’Ungheria per violazione dei diritti fondamentali. Nessuno che ne parla al bar, alla bettola o sul tram, niente manifestazioni di giubilo per le strade di gente con la bandiera dell’Ue (quelle che si sventolano da sempre ormai nei cortei di protesta, al grido di europa europa) niente “popolo di Orban” che marcia silenzioso lungo l’Andrassy o brucia le stesse bandiere dodecastellate.

La sconfitta però è davvero storica, nn per le conseguenze reali (BBC) (per le quali occorrono ora prima i 4/5 del consiglio d’europa, cioè i capi di stato, e poi l’unanimità, qui entra in gioco Conte (Giuseppe) e i polacchi del PIS con i quali si guarda reciprocamente le spalle), ma perchè Orban è a un passo dall’uscita, con infamia (mi ricorda qualcosa), dal Ppe del quale ha reclamato fino all’ultimo l’appartenenza storica, la chiamata diretta ricevuta dal padre fondatore Helmut Kohl, la difesa dei valori cristiani.

È qui che lo hanno abbandonato al suo destino. Weber, capogruppo Ppe e forse futuro Juncker, (premier europeo, chiamiamolo cosi, è piu facile no?) che sembra un politico degli anni 50 col mascellone e la pettinatura da padre di famiglia, e che ha un inglese con un accentaccio tedesco che ci fa tirare un sospiro di sollievo e capire che anche loro sono umani) nel suo discorso in aula se da un lato ha accennato a un possibile compromesso nn trovato (come fatto invece ne 2012 sulla nuova costituzione ungherese) ha concluso attaccando la cosidetta Difesa dei Valori cristiani rdi Orban ribadendo che lui esistono solo “Valori Umani, e non cristiani”. Kurier.at di oggi cita la Merkel: “la dignità umana è inviolabile” (articolo 1 della costituzione tedesca, avrà pure una ragione storica no?).

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Alla fine Orban è riuscito nell’impresa di esaurire la pazienza della Merkel, di farsi cacciare dal Ppe, che ieri gli ha votato (114 Si, 57 NO, 28 astensioni, l’astensione nn conta per il voto finale). Gli ha voltato le spalle ache Kurz, che certo vede mette avanti a lui l’alleanza con la madre Germania.

Ha ripetuto in fondo gli errori della storia ungherese, un paese che gioca a fare la grande potenza anche quando non lo è e ne paga le conseguenze in termini di alleanze: commentava Politico: “a Berlino han deciso di nn spostarsi su Orban per nn dare lo spazio al centro a Macron”. E poi siamo in europa, ingoiamo ricette disastrose almeno in nome di un ideale, forse l’unico ideale che resiste in quest’epoca di fine delle ideologie e voti fluidi: quei principi liberali per cui possiamo sentirci e ricooscerci europei quando siamo fuori dall’europa.

La Budapest che voglio la voglio con le università aperte e nn minacciate da processi politici e la voglio con i giornali nei caffè, sul portagiornale con l’asticella in legno mentre sorseggio un caffè lungo in tazza di vetro. Quei giornali che ad uno ad uno sono stati fatti chudere dai governi Orban, il primo fu il Nèpszabadsàg, quel giorno inverce, il 16 ottobre di due anni fa, tanta gente scese in piazza davanti al parlamento, gridava europa europa..

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