La “guerra del football” di Orban

L’ennesimo scontro tra Orban e l’UE sulla legge sull'”esposizione della omosessualità” è entrato anche sui campi di calcio di Euro2020. Perchè proprio adesso questa legge e qual è la strategia di Orban..

Luis Suarz aveva detto che ci sarebbe stata la guerra e io credevo sempre a quello che diceva Luis. (..)Aveva appena messo via il giornale con la cronaca della partita di calcio tra le squadre dell’Honduras e del Salvador, che affrontavano le qualificazioni per il Campionato del mondo annunciato per l’estate del 1970 in Messico” Inizia così La guerra del football, il racconto del grande Kapuscinski sul conflitto tra El Salvador e Honduras, a seguito dell’espulsione, da parte di quest’ultimo, di circa 300.000 immigrati salvadoregni (wikipedia) ma innescato dalle qualificazioni mondiali.

in queste settimane invece ci sono gli europei, e l’ennesima provocazione di Orban approfitta della grancassa della fase finale degli europei, per giunta itineranti. e se nel mezzo degli europei l’Ungheria approva una legge chiamata antipedofilia con contenuti omofobi si arriva facilmente alla guerra di led colorati degli stadi tra l’arcobaleno di Francoforte, Colonia e Berlino e il bianco rosso e verde del tricolore ungherese sullo stadio del Ferencvaros e a un documento congiunto di 13 paesi dell’UE (i paesi exoccidentali, più i baltici, grandi assenti il Portogallo presidente di turno e il nostro Draghi) per richiamare la Commissione Europea a prendere provvedimenti contro l’Ungheria per la “flagrante forma di discriminazione”  (politico.eu)

La nuova legge prevede che venga bandita nelle scuole ogni discussione sull’omosessualità, ma bloccherebbe anche film o spot televisivi con questi contenuti, addio quindi in teoria a Harry Potter, Friends, o i reality con Platinette varie. E se il sottosegretario Orban Balazs, (nn sono parenti, qui Orban = Urbano è il nome di battesimo) assicura che l’ultima parola spetterà comunque all’Authority dei Media, ricordiamo che questo organo è composto da soli membri di Fidesz e che ha appena in maniera abbastanza “muscolare” e opinabile estromesso dall’etere la storica emittente Klubradio.

Già a dicembre scorso, con l’attenzione tutta sulle curve pandemiche, nella nona modifica costituzionale adottata dal governo si stilava che “ogni bambino ha il diritto di avere la protezione e la cura necessaria per il proprio sviluppo fisco, mentale e morale ed ha il diritto ad essere identificato secondo il proprio genere biologico alla nascita”. Una formulazione tale che la rete commerciale RTL, non a caso attaccata a testa bassa dalla stampa orbanista, aveva ricevuto una multa salata per aver trasmesso un video di 5 minuti in cui coppie arcobaleno leggevano e rispondevano in maniera garbata ai commenti omofobi ricevuti sui social” Non c’erano gli europei, la polemica però aveva travolto il portiere della nazionale Gulacsi, in forza al Red Bull Dresda, che su instagram si era schierato a favore dell’arcobaleno..

Ora invece siamo in pieni europei, domani vedremo sventolare 11000 bandiere arcobaleno nell’Allianz Arena di Monaco, ed Orban gongolerà. ha raggiunto in una mossa molti dei suoi scopi programmatici..

– innanzitutto ha acuito le divisioni all’interno dei partiti di opposizione che si presenteranno uniti, dai socialisti fino alla destra, alle prossime elezioni, ma che han visto i deputati di jobbik votare con Fidesz per nn tradire il loro elettorato conservatore (la legge è stata approvata con 157 Si sui 199 deputati eletti al parlamento ungherese, al termine l’aula ha salutato la proclamazione con un fragoroso applauso)
– ha dato un’altra bella spallata alle ONG presenti nel paese, difensori dei diritti civili liberali e che cerca di far dichiarare “agenti stranieri” presenti sul territorio nazionale

– ha rafforzato la sua immagine di difensore della famiglia tradizionale e dei minori

– e soprattutto Orban ha bisogno sempre di tensione, di alzare il livello dello scontro tra mi magyarok (noi ungheresi) contro il resto d’Europa, e non solo nei campi di calcio, di difendere la propria sovranità (cit) e di stringersi a coorte attorno a (csak a) Fidesz*, nel nome di Dio patria e famiglia. La grande guerra del covid è stata vinta, il paese difeso con successo, ci si dimentica in fretta delle cose buone e le elezioni in fondo sono vicine

– Infine ha portato la sua sfida proprio nel mese in cui si organizzano i gay pride in giro per le grandi capitali d’Europa. I Pride sono stati cancellati in buona parte d’Europa per pericolo di assembramenti, ma, sfida accettata, non a Budapest. A budapest i carri arcobaleno sfileranno (del resto se 65.000 persone possono assieparsi alla Puskas Arena perchè non su un carro colorato?). Palla al centro..

2 thoughts on “La “guerra del football” di Orban

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